Attorno all’albero di ulivo piantato lo scorso anno dal Movimento Cristiano Lavoratori di Messina nella piazzetta in via XXIV maggio (Rampa Rosa Donato) intitolata “Per lo Sviluppo contro le Mafie”, questa mattina i dirigenti, i volontari del movimento insieme agli studenti dell’Istituto Comprensivo “Boer-Verona Trento” e dell’Istituto S.Anna si sono riuniti in occasione dei 26 anni dalla Strage di Capaci.
“Ci siamo presi cura durante quest’anno dell’albero di ulivo piantato nel 2017 – dichiara Fortunato Romano, Presidente Provinciale MCL – come simbolo di un impegno quotidiano nel contrasto ad ogni tipo di mafie ricordando che per la nostra organizzazione lotta alle Mafie significa anche contrasto all’illegalità diffusa, ad ogni forma di corruzione, lotta alle povertà perché è proprio nei contesti più fragili che le mafie trovano terreno fertile ed educazione delle nuove generazioni motivo per cui abbiamo scelto di dar voce in questa giornata ai giovani”.
Un momento per risvegliare le coscienze e per vivere in comunione l’eredità che questi eroi ci hanno lasciato. Un senso di comunità che anche Don Sergio Siracusano, direttore dell’Ufficio Diocesano per i Problemi sociali e il Lavoro ha sottolineato durante la benedizione: “dobbiamo convertirci allo stile che Falcone e i suoi agenti hanno consegnato a noi. Più volte è risuonata la frase “Gli uomini passano, le idee restano”, al centro c’è sempre la comunità. Solo se siamo insieme possiamo fare tanto. E lo sviluppo passa dalla comunità”.
La piazzetta ha accolto numerosi studenti che hanno dato voce tramite cartelloni, letture e articoli alla memoria del Giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta. Un pensiero sulla legalità, come quello di Andrea dell’Istituto “Boer-Verona Trento” che nei panni di un giornalista ha raccontato le ore della Strage, come si legge in un franamento dell’articolo: “Alle ore 19:05, ad un’ora e sette minuti dall’attentato, il giudice Falcone muore, alcune ore dopo muore anche la moglie Francesca Morvillo. Nella giornata di ieri mi è stato impossibile raggiungere il luogo della strage, soltanto oggi sono riuscito a recarmi sulla A29: il terreno che porta nel luogo dell’attentato, man nano che avanzo, è sempre più nero; l’atmosfera è fumosa; l’aria irrespirabile; tra i rami degli alberi di ulivo, irrimediabilmente arsi dal fuoco, intravedo gli uomini della scientifica che recuperano ciò che resta dei corpi dilaniati degli agenti di scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo. Per un attimo tutto quest’orrore prende il sopravvento, per un attimo penso che la mafia vinto, ma lo sconforto dura solo qualche istante, ripenso alle numerose volte in cui incontrai il Dott. Falcone, ricorda la sua affermazione: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. La mafia non ha vinto, ne sono consapevole, la mafia non ha ucciso Giovanni Falcone, le sue idee, le sue tensioni morali, il suo impegno quotidiano nella lotta alla mafia non verranno dimenticati. Cosa Nostra ha reso immortale il Giudice Falcone, la sua memoria rimarrà viva per sempre: nessuno muore finchè vive nel cuore di chi resta, Giovanni Falcone vivrà non più nel tempo ma nell’eternità!”
di Cristina D’Arrigo