A pochi giorni dalla celebrazione del XIV Congresso provinciale che vedrà impegnata l’organizzazione il 14 e 15 dicembre 2018, il Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) nel suo documento preparatorio guarda ai problemi della Città e s’interroga sulle modalità con cui l’amministrazione De Luca può farsi carico del futuro di Messina.
Per Messina e i suoi cittadini si sta aprendo una stagione di “lacrime e sangue”, fatta di tagli, riorganizzazione della spesa e della macchina amministrativa.
Una fase che si può giudicare necessaria e sostenibile purchè a questa segua la programmazione dello sviluppo fondata sulla reale partecipazione di tutte le parti sociali.
Pur apprezzando il non comune impegno profuso dal Sindaco nell’individuare le molteplici criticità all’interno dell’Ente Comune e del sistema delle società partecipate, a preoccupare è la modalità con cui si esercita il confronto democratico con i corpi intermedi, rappresentanti delle diverse sensibilità che connotano la comunità messinese.
La tentazione di avviare un processo di disintermediazione, con la conseguente riduzione degli spazi di democrazia e l’affermarsi di un’improbabile egocrazia preoccupa l’organizzazione.
Non è certamente un documento il terreno su cui analizzare la bontà o la fattibilità di alcune azioni concrete si pensi al “Salva Messina”, all’”Agenzia per il Risanamento” a quella per i servizi sociali” questa è un’attività destinata a svolgersi nelle sedi opportune, con ampie interlocuzioni, non solo con quelle “più facili”.
Oggi è necessario individuare una strategia di sviluppo per Messina rimettendo al centro al sua vocazione, la mobilità, le infrastrutture (Ponte Compreso) come elementi sui quali costruire il futuro domani della nostra città guardano all’oggi come fase di passaggio, strumentale.
Sì quindi a un approccio riformatore che introduca, con chiarezza e nella massima trasparenza, elementi di produttività ed efficienza in un sistema sovente condizionato da “rendite di posizione”;
sì alla concertazione tra l’amministrazione e le parti sociali, sì alla riqualificazione della macchina burocratica ma corre l’obbligo di elaborare anche un progetto di sviluppo complessivo dei territori, indicando i percorsi attraverso i quali si deve riaffermare, in particolare per Messina, il ruolo della città sia nell’area dello Stretto che in quella metropolitana.
Una sfida, che chiama alla mobilitazione tutte le forze vive della società civile messinese per aggiornare e rielaborare una moderna visione della città, con la quale intende misurarsi anche il MCL a partire dal Congresso di dicembre con la partecipazione di amministratori e parti sociali.